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Deanston, la casa degli angeli

Scritto da Claudio Riva il 14/02/2014

Aperto da soli due anni, il Visitor Centre di Deanston merita sicuramente una visita. E la distilleria nasconde tante peculiarità davvero uniche.


E' come il negozietto sotto casa, spinto dalla ricerca di mete dell'eccellenza enogastronomica non ci entri mai, ci passi davanti tutti i giorni, poi un giorno hai bisogno di un litro di latte, decidi di varcare la soglia e magari ci trovi l'intera linea di Samaroli :).


La distilleria Deaston, un ex cotonificio convertito a distilleria solo nel 1966

La distilleria Deanston si trova a poche miglia da Stirling, l'antica capitale Scozzese, là dove le Highland Scozzesi iniziano a dichiararsi, là dove il panorama urbano diventa un ricordo e viene sostituito da una indimenticabile tavolozza di colori.

Quando si arriva in Scozia per l'ennesima zingarata si hanno solitamente in mente due mete. Islay - e per questo si tira dritti verso Ovest nel disperato tentativo di non perdere il traghetto delle 6pm - oppure lo Speyside. Il desiderio di arrivare nella grigia Dufftown è talmento elevato che l'ultimo pensiero è quello di fermarsi lungo la strada per visitare le comode distillerie appena sopra la Central belt Scozzese.

Deanston - complice anche il fatto che la distilleria ha un visitor centre da soli due anni - è sempre rimasta vittima di questo desiderio di fuga verso Nord. "Troppo comoda da raggiungere, ci posso passare la prossima volta", mi sono sempre detto; fatto sta che in oltre 10 anni ho fatto una sola rapida sosta nel 2006 per prendere giusto due foto (due davvero!).


La locandina del film esposta nel Visitor Centre
e firmata dai protagonisti

Tabù finalmente infranto due settimane fa, la ho lasciata come ultima distilleria di un lungo tour fatto solo con mezzi pubblici, consapevole che solo un traghetto annullato o un treno perso la avrebbe condannata all'ennesimo rinvio. I traghetti annullati ci sono stati, ma - magicamente - ho finalmente potuto onorare la mia prima visita al Visitor Centre ed alla distilleria di Deanston.

Tra noi appassionati Deanston è balzata agli onori della cronoca perchè apparsa nel recente film Angels' Share di Ken Loch (La parte degli angeli in Italia). Quando i protagonisti vengono accompagnati a visitare la loro prima distilleria, gli esterni che vengono ripresi sono quelli della distilleria Glengoyne, gli interni ed il tour sono quelli di Deanston.

Perchè questa "distonia"? Semplicemente perchè Deanston non è una distilleria normale. E' molto recente, essendo stata inaugurata solo nel 1966 all'interno delle strutture di un ex cotonificio. Niente edifici rivestiti di calce bianca, come nella tradizione delle più affascinanti distillerie Scozzesi, ma un bel edificio squadrato rivestito di arenaria scura e mai ben illuminato dal sole. Strana distilleria, meglio gli affascinanti esterni di Glengoyne avrà pensato il regista.

Il cotonificio ha iniziato a lavorare nel 1785 e si trova affacciato sul fiume Teith, uno dei fiumi con maggiore portata di acqua in Scozia, secondo solo allo Spey. Acqua ovviamente necessaria per la lavorazione del cotone. La situazione è rimasta praticamente inalterata per 180 anni, gli edifici del cotonificio sono stati man mano circondati dalle abitazioni dei tanti lavoratori, poi negli anni '60 il cotonificio è stato costretto a chiudere e nel 1965 è stato convertito in ... distilleria, che ha prodotto il suo primo spirito il 17 Ottobre 1966.


I dettagli fanno la differenza, un robin allegramente saltella da barile a barile

Dopo aver visitato quasi 100 distillerie ... quali sorprese può riservare una distilleria che oggi è quasi "cittadina"? Peccato di presunzione e quindi punizione assicurata. Così è stato.

Deanston è unica nel suo genere, nonostante sia una tra le più recenti è sicuramente anche tra le più tradizionali di Scozia; qui il computer manco ha varcato gli imponenti cancelli, tutto è ancora saldamente nelle mani dell'uomo.


L'imponente generatore idro-elettrico di Deanston

Il tour, quello approfondito, inizia con una visita al villaggio che si è sviluppato attorno al cotonificio, oggi convertito in residenziale privato. Mi viene mostrato e descritto il canale di acqua prelevata dal fiume qualche miglio più a monte e che entra nella distilleria, il canale che portava acqua motrice e di lavorazione all'ex cotonificio. E qui scopro la prima sorpresa.

Oggi questa imponente "forza motrice" non è solo una curiosità per i turisti, una sorta di museo di archeologia industriale, ma alimenta una altrettanto imponente coppia di generatori idro-elettrici che contribuiscono a rendere la distilleria Deanston indipendente dal punto di vista energetico e addirittura a cedere oltre metà dell'energia prodotta alla rete Nazionale. Quando si dice ecosostenibilità non riesco ad immaginare nulla di più efficace e nobile dell'energia idro-elettrica prodotta in questo modo.


Il mashtun di Deanston

Le apparecchiature interne alla distilleria sono praticamente ancora tutte quelle originali.

Fantastico il mash-tun, aperto e di ghisa. Non è un esemplare unico in Scozia (mi viene in mente quello di Springbank per esempio), ma vederlo così grande ed in lavorazione fa il suo effetto.

Impossibile fare foto, l'aria nella mash-house è al 100% di umidità e le fredde lenti dell'obiettivo della fotocamera dopo pochi secondi si appannano per condensa. Mi arrampico ovunque per riuscire a scattare qualcosa di decente, mentre il master brewer si prende gioco di me ... avrà pensato, come sono pazzi questi appassionati di whisky...

Gli wash back sono di acciaio, non dei pentoloni chiusi come quelli di Laphroaig ma dei cilindri aperti e ricoperti con il classico top di legno da cui è possibile sbirciare la fermentazione.


Gli alambicchi di Deanston, due imponenti coppie

La still-house ricavata all'interno degli alti edifici del cotonificio eliminando i pavimenti dei piani superiori offre davvero un bel panorama e la possibilità di scattare qualche bella foto.

Oggi Deanston produce poco per il suo Single Malt - meno del 15% - il grosso è per l'industria dei Blended con i due marchi di famiglia Scottish Leader e Black Bottle che fanno da padrone. Burn Stewart, recentemente passata di mano, oltre a Deanston e a questi due marchi di Blended controlla anche le distillerie Bunnahabhain e Tobermory. Ovviamente il salto di immagine che Deanston sta avendo in questi ultimi 2 anni sicuramente influirà sulla diffusione del suo malto.


Computer a Deaston? No, ancora tutto è fatto a mano


Botte di Deanston firmata dai protagonisti
di Angels' Share a fine riprese del film

Finite le sorprese? Certo che no.

A fine tour vengo accompagnato a visitare una warehouse davvero speciale. Qui sino a pochi decenni fa ogni giorno erano stipati circa 300 lavoratori del cotone. E' il piano superiore dell'edificio, nel tetto in cemento armato e dalle affascinanti arcate erano ricavati dei lucernari rotondi da cui entrava la luce. Oggi questi lucernari sono stati chiusi - lo si vede chiaramente nella foto qui sotto - e negli stessi spazi è stato posizionato uno tra i più affascinanti magazzini di botti in Scozia.

L'edificio imponente e ben isolato, il clima rigido delle Highland, contribuiscono a rendere adatto questo "sottotetto" anche per la maturazione del whisky. La temperatura non oscilla molto tra estate ed inverno, tra il giorno e la notte, qui il lento respiro delle botti accompagna il whisky verso i 12 anni dell'imbottigliamento base di Deanston.

L'apertura della porta di questa Warehouse, la numero 2, mi ha portato dritto dritto in Spagna, mi è parso di entrare in una Bodega di sherry di Jerez de la Frontera... mai capitato in precedenza in Scozia. Molto bello.


La warehouse più affascinante di Deanston e tra le più affascinanti di Scozia


La tasting room del Visitor Centre di Deanston

Due parole sul Visitor Centre, davvero bello, con una bella caffetteria ed un elegante negozio. Tutti molto cortesi, un taglio un po' cittadino e da pullman di turisti da nave da crociera, ma una esperienza che si riesce a gustare.

La tasting room è altrettanto elegante ed accogliente. Quando ci si siede con un dram in mano il tempo - obbligatoriamente - si ferma e si riesce ad apprezzare al meglio tutto il lavoro, la passione, dei 10 operatori che lavorano in distilleria.

Il "menu" che mi è stato proposto è degno di nota, non possiamo chiedere a Deanston tripli salti carpiati che non fanno parte del suo DNA ... ma forse questo non dovremmo chiederlo a nessuna altra distilleria di Scozia.

Ho assaggiato il classico 12 anni, adesso portato al 46.3% e unchill filtered (come tutti gli altri imbottigliamenti base di Burn Stewart), il Virgin Oak (il mieloso malto maturato in botti vergini, non mi ha fatto impazzire - No Age sempre 46.3%) ed uno degli imbottigliamenti distillery only, lo Spanish Oak. E' una classica maturazione in botte ex-sherry??? No... E' un vintage 1992 maturato per 11 anni in un classico barile ex-Bourbon e poi trasferito nel Febbraio 2003 in un barile di Brandy di Jerez (Lepanto per la precisione) da cui è stato recentemente prelevato ed imbottigliato alla gradazione piena del 57.4%. Wow, le note di ciliegia sotto spirito ben integrate nella morbidezza di Deanston! Mi è toccato acquistarne una bottiglia.

Oltre a questo imbottigliamento, solo disponibili in distilleria c'erano anche una botte per il classico folkloristico hand-fill ed un blasonato (ed impegnativo) Vintage 1974 (37 anni, 50.3%, sherry finish).

Bella visita, molto educativa, quando tornerò da quelle parti mi fermerò sicuramente.


Gli imbottigliamenti assaggiati a fine tour

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